Cesare Castiglioni – L’imprenditore
Ultimo capitolo della vita di Cesare Castiglioni
Oltre che un militare e un gentiluomo, Cesare era anche un attivo imprenditore, e operò in diversi campi; oltre a condurre la propria azienda agraria, nel 1879 si unì al bellagino Alessandro Lonati per avviare una moderna attività tessile, che segnò l’avvio del decollo industriale del tradatese. All’interno della cascina settecentesca annessa alla villa, i due diedero così vita alla “Bottega di telai a mano completamente autonoma per la produzione delle seterie”; pur operando in condizioni difficili, tipiche del settore tessile dell’epoca, le operaie locali potevano finalmente lavorare vicino a casa, senza più essere costrette a lunghi – e costosi – trasferimenti negli stabilimenti di Como. L’azienda dava lavoro a circa 70 operaie e nel 1885 passò totalmente sotto il controllo di Lonati, che ammodernò la produzione con telai a vapore ed energia elettrica. Cesare, da eclettico qual era, si dedicò ad una nuova avventura: la coltivazione del tabacco.
Più redditizia della produzione di seta, la nuova coltura ebbe inizialmente buoni risultati, al punto che fu premiata nel 1881 con la medaglia d’oro; i forti temporali estivi, tuttavia, minarono le coltivazioni, e l’attività fu presto abbandonata.
Alla fine del decennio, Cesare si buttò così a capofitto nell’attività bancaria, entrando come socio nella “Banca Taiana, Perti e Castiglioni” di Como; gli istituti bancari del comasco erano all’epoca relativamente piccoli, legati a doppio filo al settore imprenditoriale locale; un settore in grande espansione, dove si andava sviluppando un sistema bancario più moderno e concorrenziale.
I piccoli istituti del comasco, tra cui quello del Castiglioni, raggiunsero l’apice a inizio ‘900, salvo poi andare incontro ad una rapida crisi che portò alla liquidazione, tra le altre, anche della Banca Taiana, Perti e Castiglioni.
In quel periodo, Cesare aveva anche un posto come Consigliere di Sconto presso la Banca d’Italia.
Il 1910 fu invece un anno da dimenticare: invischiato in un affare truffaldino, Cesare subì pesanti perdite economiche (200.000 lire, circa 800.000€ attuali!); il Corriere della Sera lo descrive come “un vecchio aristocratico dall’aspetto bonario, ma di una bonarietà che […] gli è costata la perdita di molte centinaia di biglietti da mille”.
Nel 1911 un nuovo incidente, un incendio a Tradate coinvolse diversi edifici. Tra questi, “alcune cascine di proprietà del nobile don Cesare Castiglioni”, per circa 100.000 lire di danni.
Cesare non si lasciò tuttavia scoraggiare dalle avversità, dedicandosi anima e corpo alla celebrazione del 50° anniversario dell’impresa dei Mille.
Si spense infine, dopo un periodo di malattia, nell’aprile 1918. Ancora oggi, il Comune di Tradate gli rende omaggio ogni 4 novembre, portando una corona di fiori presso la targa commemorativa presente a Villa Castiglioni.
Marco Mocchetti
(fonti: Davide Zaffaroni, Cesare Castiglioni dei Mille di Marsala, Macchione Editore, 2008.)